DUE BUONE NOTIZIE
La prima :
grazie, vogliamo crederci, alla nostra denuncia, ma soprattutto alla sensibilità del dott. Marco Valentini, il processo di estirpazione della siepe che delimita il lato sud-est della scuola materna, è terminato. La parte di siepe rimasta è stata potata correttamente e pulita.
Grazie.
Forse, in primavera, verrà sostituita la rete in plastica con una nuova essenza, magari, senza spine.
La seconda :
il platanus acerifolia della piazzetta del Circolo Famigliare ancora una volta ha vinto la battaglia per la sua sopravvivenza minacciata dall’uomo.
L’agronomo consultato dall’amministrazione comunale ha emesso il suo verdetto: l’albero, nonostante una vecchia ed importante ferita, sta bene, meglio dell’ultima visita del maggio 2006. I processi difensivi di compartimentazione stanno isolando efficacemente il difetto del tronco. Come dire: se lo lasciamo in pace si cura da solo. Seguono istruzioni per la sua potatura.
Grazie.
PERCHE’ TANTO INTERESSE PER UN ALBERO COSI’ MALANDATO
L’albero fu messo a dimora nel lontano 1906 dagli allora soci del Circolo Famigliare al termine della costruzione dell’ edificio che, ancor oggi, è la sede delle proprie attività.
Oltre all’aspetto ornamentale, il platano - pianta di facile crescita e di proverbiale longevità - veniva piantato in occasione della nascita di un nuovo circolo-cooperativa in segno di buon auspicio. Un albero che ha accompagnato gli ultimi cento anni della vita della nostra gente , un simbolo ché ci rimanda ad un periodo molto importante della nostra storia: quello della nascita dei movimenti cooperativi .
Nel nostro Statuto comunale sta scritto:… “il comune tutela e promuove con apposite iniziative il recupero del patrimonio linguistico, storico, artistico e culturale locale, dei costumi e delle tradizioni, onde evitarne la perdita o l’alterazione.”
Salvare un albero e dare l’opportunità ad un padre di spiegare al proprio figlio il significato di quell’albero,il perché ne abbiamo cosi tanta cura e raccontare la storia e i sentimenti che animavano quegli uomini che diedero vita al sistema cooperativo, è fare storia locale e dare spessore alla nostra “identità”.
Spesso si fanno belle dichiarazioni di principio sulle nostre radici, ma il più delle volte di queste radici ne abbiamo una conoscenza sommaria.
lorenzo carabelli
La prima :
grazie, vogliamo crederci, alla nostra denuncia, ma soprattutto alla sensibilità del dott. Marco Valentini, il processo di estirpazione della siepe che delimita il lato sud-est della scuola materna, è terminato. La parte di siepe rimasta è stata potata correttamente e pulita.
Grazie.
Forse, in primavera, verrà sostituita la rete in plastica con una nuova essenza, magari, senza spine.
La seconda :
il platanus acerifolia della piazzetta del Circolo Famigliare ancora una volta ha vinto la battaglia per la sua sopravvivenza minacciata dall’uomo.
L’agronomo consultato dall’amministrazione comunale ha emesso il suo verdetto: l’albero, nonostante una vecchia ed importante ferita, sta bene, meglio dell’ultima visita del maggio 2006. I processi difensivi di compartimentazione stanno isolando efficacemente il difetto del tronco. Come dire: se lo lasciamo in pace si cura da solo. Seguono istruzioni per la sua potatura.
Grazie.
PERCHE’ TANTO INTERESSE PER UN ALBERO COSI’ MALANDATO
L’albero fu messo a dimora nel lontano 1906 dagli allora soci del Circolo Famigliare al termine della costruzione dell’ edificio che, ancor oggi, è la sede delle proprie attività.
Oltre all’aspetto ornamentale, il platano - pianta di facile crescita e di proverbiale longevità - veniva piantato in occasione della nascita di un nuovo circolo-cooperativa in segno di buon auspicio. Un albero che ha accompagnato gli ultimi cento anni della vita della nostra gente , un simbolo ché ci rimanda ad un periodo molto importante della nostra storia: quello della nascita dei movimenti cooperativi .
Nel nostro Statuto comunale sta scritto:… “il comune tutela e promuove con apposite iniziative il recupero del patrimonio linguistico, storico, artistico e culturale locale, dei costumi e delle tradizioni, onde evitarne la perdita o l’alterazione.”
Salvare un albero e dare l’opportunità ad un padre di spiegare al proprio figlio il significato di quell’albero,il perché ne abbiamo cosi tanta cura e raccontare la storia e i sentimenti che animavano quegli uomini che diedero vita al sistema cooperativo, è fare storia locale e dare spessore alla nostra “identità”.
Spesso si fanno belle dichiarazioni di principio sulle nostre radici, ma il più delle volte di queste radici ne abbiamo una conoscenza sommaria.
lorenzo carabelli
03 febbraio 2011
4 commenti:
se dopo 1 anno e 9 mesi dall'insediamento di questa amministrazione, una siepe ed un albero hanno fatto tutto questo clamore, mi sa tanto che qualcosa non funzione ( mi riferisco sia alla maggioranza che alla minoranza ). Marco L.
" Spesso si fanno belle dichiarazioni di principio sulle nostre radici, ma il più delle volte di queste radici ne abbiamo una conoscenza sommaria ".
Ho ripreso solo le ultime righe della nota di Carabelli perchè meglio rappresenta il concetto della conservazione benchè forzatamente calato su un piccolissimo fatterello locale.
( NB Mi sia consentito, solo qui ed ora, di non riprendere la genesi del platano perchè sono parte passiva in causa e non sembra corretto riportare la mia versione, ampliamente documentabile, dei fatti: forse un pò più in là sarebbe interessante un pubblico confronto per meglio comprenderne la storia e i dettagli del quadro evolutivo complessivo ).
Buona l'idea della botanica correlata al riconoscimento delle radici e delle tradizioni. Ma allora non dovresti fermati, ma avanzare e legare le numerosissime tematiche che un territorio è in grado di mostrare agli occhi spesso disattenti dei propri abitanti che spesso, purtroppo, non riescono più a riconoscere.
Questo modo di osservare gli eventi dovrebbe essere esteso alle innumerevoli azioni che si svolgono quotidianamente: quali danni si possono irrimediabilmente compiere ? Quali attività ledono la possibilità di raccontare al proprio figlio, e perchè no, ai propri nipoti che il territorio che viviamo è una infinita stratificazione di fatti ed eventi ?
Nel passato recente a Buguggiate, consentimi Lorenzo, quanti orti, coltivazioni e boschi sono scomparsi per far spazio alle case ed ai condomini stravolgendo e svuotando i tre centri storici, mummificandoli nella loro primaria funzione abitativa ? E sono passati circa 40 anni dal sacco urbanistico, ed io a quel tempo appena camminavo .....
Il buon Lorenzo richiama giustamente lo Statuto Comunale per sottolineare l'importanza della salvaguardia e dare spessore alla nostra identità, seppur in modo non affatto velato alla nascita dei movimenti cooperativi dei primi del '900.
Società di Mutuo Soccorso che hanno operato nel miglioramento della qualità della vita e della forza sociale degli iscritti, in una società che si stava evolvendo nella compartecipazione delle scelte e della consapevolezza del proprio destino.
Sono trascorsi 100 anni e qualcosa ancora si sta muovendo, ed è positivo perchè un dibattito deve sempre essere ben visto, anche se spesso può essere additato come controcorrente.
Se una singola pianta ha scatenato la vena poetica, culturale ed identitaria chissà cosa accadrebbe in un incontro sull'Unità d'Italia che a breve verrà festeggiata.
Sei partito da una pianta e sono arrivato all'Unità d'Italia; com'è semplice partire da una piccola cosa ed arrivare a questioni che paiono lontane lontane.
Un pò come nelle cooperative innanzi richiamate.
Anche questo è crescere consapevolmente del proprio destino e delle proprie radici: sia nell'osservare un'albero con gli occhi di un bambino, sia nel conoscere la propria storia in un modo meno romanticistico di come ci è stata spiegata sin da giovane età.
A tal proposito vorrei invitarti, come tutti i lettori di questo blog, all'incontro pubblico che si terrà giovedì 17 febbraio alle ore 21.00 presso la Sede Lega Nord Azzate ( via Piave 170 a confine con Buguggiate ) ove parteciperà come relatore il Prof. Giuseppe Reguzzoni.
Perchè le radici non sono solo quelle degli alberi piantati più di 100 anni fa ..... e il verde non è solo di plastica.
DR Antonio
Vedo che il verde pubblico sta a cuore anche a Lei sig.Antonio. Mi auguro allora che lo scempio ( vedi progetto di plastificazione del campetto di calcio del Bergora)rimanga a lungo nel cassetto. A mio parere se questo progetto verrà realizzato ecco cosa avverrà: accesso a pagamento,dopo qualche anno a causa della mancata manutenzione andrà in rovina,i bambini/ragazzi non potranno più giocare nell'unico campo di terra comunale, si sarà perso un'altro pezzo di terrà.Sono radici anche queste,semplici radici d'erba ma radici di Buguggiate. Quanti altri progetti con quei soldi si possono fare! marco
interessante considerazione (VareseNews / Lettere al direttore / Buguggiate il Paese dei Balocchi - 14/02/2011 ) ... che ne pensate ?
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