ECCOCI!

Eccoci qua, per iniziare un percorso nuovo, o meglio, per continuare e possibilmente condividere idee e progetti intrapresi ormai da qualche anno. Ci auguriamo che questo spazio possa essere luogo di dibattito, di proposte, di informazione e , perchè no, di divertente ironia, mediato dalla libera cultura dei nostri pensieri.......ora dunque SI PUO' FARE!

lunedì 28 giugno 2010

martedì 15 giugno 2010

Pipistrelle

Gentile Direttore,chi Le scrive è un povero pipistrello sfrattato.Penso che anche voi abbiate sperimentato il fastidio provocato dall'invasione di zanzare che tormentano le giornate e le serate estive.Lo scorso anno, durante la campagna elettorale per rinnovo del consiglio comunale di Buguggiate, la Lega nord proponeva e si faceva vanto di essere innovativa nella lotta ai fastidiosissimi insetti, pur restando attenta ai problemi ambientali. Infatti dichiararono che avrebbero distribuito casette per i pipistrelli (bat houses) per favorire il diffondersi di noi piccoli animali ghiotti di zanzare e quindi vostri "amici". Benvenute le innovazioni eco sostenibili! Pur non essendo elettore della Lega - gli animali non votano purtroppo-fui felice di udire tale decisione. Ma...ma... dove sono le bat houses?? Chi le ha mai viste?? Non dicano che la Finanziaria impone restrizioni, perchè al Comune sarebbe toccato solo l'acquisto del materiale ( intorno ai 100/150 euro) visto che poi dichiararono che alcuni volontari avrebbero costruito le casette! Quindi sarebbe stata ( uso il passato perché ormai è troppo tardi) una bella idea, ma la realtà mi induce a pensare che fosse solo un po' di fumo negli occhi. Peccato, davvero peccato! Così noi, poveri pipistrelli, siamo dovuti andare altrove per trovare un rifugio sicuro......Questi uomini sono proprio dei gran bugiardi!
14/06/2010 UNA BATGIRL DESIDEROSA DI STARE A BUGUGGIATE


da varesenews, lettere al direttore

mercoledì 9 giugno 2010

Tristezza

Il popolo e la libertà
di EZIO MAURO

Soltanto un potere impaurito poteva decidere di proteggere se stesso con una legge che ostacola la libertà delle inchieste contro la criminalità, riduce la libertà di stampa e limita soprattutto il diritto dei cittadini di essere informati. Tre principi dello Stato moderno e democratico - il dovere di rendere giustizia cercando le prove per perseguire il crimine, il dovere della trasparenza e della circolazione delle informazioni nella sfera pubblica, il diritto di avere accesso alle notizie per capire, controllare e giudicare - vengono messi in crisi, per il timore che i faldoni dell'inchiesta sulla Protezione Civile aprano nuovi vuoti nel governo, dopo le dimissioni del ministro Scajola.

È la vera legge della casta che ci governa e ha paura, come ha rivelato ieri Berlusconi, di "toghe e giornalisti". Per una volta, quello del Premier non è un anatema, ma una confessione: legalità e informazione sono i due incubi della destra berlusconiana, e nel paesaggio spettrale dei telegiornali di regime il governo con questa legge s'incarica infatti di bloccarli entrambi. L'obiettivo è che il Paese non sappia. E soprattutto, che non sapendo rimanga immerso nel senso comune dominante, senza più il pericolo che dall'intreccio tra scandali, inchieste e giornali nasca una pubblica opinione libera, autonoma e addirittura critica.

Questa è la vera posta in gioco: non la privacy, che può e deve essere tutelata se le parti giudiziarie decidono quali intercettazioni distruggere e quali rendere pubbliche, lasciando intatta la libertà d'indagine e quella d'informazione. Ma proprio questi sono i veri bersagli da colpire. Lo rivela lo stesso Berlusconi che ieri, in piena crisi d'incoscienza, si è astenuto sulla legge perché la vorrebbe ancora più dura.

La legge, così com'è, non piace a nessuno e fa male a tutti. Va fermata, nell'interesse del sistema democratico, che deve garantire il controllo di legalità, e che deve assicurare trasparenza d'informazione. Non c'è compromesso possibile su questioni di principio, che riguardano i diritti dei cittadini, i doveri dello Stato. La destra impari a fidarsi dei cittadini, a non temere la normale esigenza di giustizia, il bisogno di conoscere e rendersi consapevoli. Oppure smetta di chiamarsi popolo: e soprattutto, della libertà.