ECCOCI!

Eccoci qua, per iniziare un percorso nuovo, o meglio, per continuare e possibilmente condividere idee e progetti intrapresi ormai da qualche anno. Ci auguriamo che questo spazio possa essere luogo di dibattito, di proposte, di informazione e , perchè no, di divertente ironia, mediato dalla libera cultura dei nostri pensieri.......ora dunque SI PUO' FARE!

sabato 28 novembre 2009

Perchè!

Ecco perchè ieri sera mi sono rifiutato di discutere in merito all'apposizione di un crocefisso su un muro......banalizzare a pochi minuti di frasi strumentali e retoriche un argomento delicato per la mia coscienza cristiana mi ha spinto ad uscire dall'aula e non partecopare alla "discussione".
A segito un articolo tratta da "AVVENIRE" scritto il 22 settembre 2002.
Tanto dovevo.
ilbeppe

IL Crocefisso e i crocefissi della storia - Bartolo Ciccardini

Si discute se l'immagine del Crocefisso sia simbolo universalmente accettato o invece sia un'ostentazione illiberale che rcorda solo una parte della formazie della coscienza europea. Così posta, la questione è destinata solo a radicalizzarsi, suscitando inopportuni pattriottismi laici o cattoici, e curiosi interventi di minoranze religiose.All'inizio del cristianesimo il crocifisso non era tra i simboli cristiani. Come patibolo degli schiavi, crudelissimo per terrorizzare ogni tentativo di rivolta, appariva infame e vergognoso.
La prima raffigurazione del crocifisso è insultante: deride un cristiano che adora il suo Dio sulla croce, con una testa d'asino. C'era solo disprezzo per i crocefissi ed è significativo che nessuna raffigurazione di questo atroce e frequente supplizio ci sia pervenuta dall'antichità.
I cristiani avevano come simboli il pesce ed il buon pastore.
anche nei labari di Costantino la croce era criptata ed attenuata nella X (chi greco) e nella P (rota, cioè erre greco), le iniziali di Christos.
Quando il Mediterraneo romano e cristiano si sbriciola per l'assalto dei germanici a nord e degli arabi a sud, ridotto ad un piccolo isolotto, sempre in pericolo di essere sommerso dai flutti, negli eremi degli anacoreti, nei rifugi dei monaci, nelle penitenze dei mistici, ma soprattutto nelle sofferenze delle popolazioni civili deportate, sacrificate e martorizzate, si fissa la meditazione sul supplizio di Cristo. Nasce una parola che prima non esisteva: compassione.

Cum Passione, dove Passio, parla liturgica significa in maniera diretta ed esclusiva la Passione di Cristo. Entra nella lingua parlata un termine nuovo che indica pa partecipazione al dolore del supplizio, la comprensione del dolore della Madre, la cui raffigurazione verrà chiamata PIETA'.
Compassione sarà il lievito dei secoli bui, la fratellanza degli oppressi, l'eguaglianza nel dolore, la libertà di chi non ha più nulla da perdere.

Il Crocifisso che insegna pazienza non è più un segno di infamia e di scandalo. diventa invece simbolo del comune destino, della misericodia finale, dell'estrema consolazion, della pacificazione e del reciproco perdono.

La compassione è stato il cilicio d'Europa violenta e combattiva, l'impulso che ha costruito le sue chiese e le sue opere di carità, il gene della sua cultura, il riscatto delle sue ingiustizie, il dubbio della sua coscienza, l'impeto delle sue ribellioni e delle sue riforme, il motore della sua, e soltanto su, idea di progresso. non c'è progresso senza compassione. questo significa il crocifisso nella nostra civiltà.

Appartiene solo ai cristiani? Se lo dicessero i Cristiani sarebbe una bestemmia: essi sanno per fede che il Crocifisso è morto per tutti gli uomini. anche la compassione appartiene a tutti i giusti compassionevoli. Noi europei, d'occidente e d'oriente, possiamo - se vogliamo - rallegrarci, ricordarci e gloriarci soltanto di averla costudita e nascosta quando era deblee cagione di vergogna, di averla idealizzata nelle nostre città e nei nostri monumenti, di averla conservata per l'eredità per tutti. E questo non è poco.

Se non diamo la crocifisso significati arrogantie strumentali che non ha, allora conserva quello che è, l'immagine di un Innocente sacrificato dal potere, la fonte, la causa ed il simbolo della nostra compassione, antica, contemporanea e futura. guardare poi al Crocifisso non sarà - non potrà mai essere -un atto ideologico, soggetto a interpretazioni o strattoni di parte. Non ha senso appellarsi al Crocifisso e ignorare o disprezzare le persone crocifisse nella storia di ieri e di oggi, dimenticare le vittime dei campi di strminio come dei gulag siberiani, scalciare sui disperati che arrivano ai nostri lidi. Così induce a sospetto dichiararsi con gli ultimi e nel contempo rimuovere l'Ultimo.

Discutiamo pure se vogliamo, ma non immiseriamo la faccenda per civetteria culturale o forzoso pretesto politico.
Il Crocifisso non lo merita.
La nostra dignità civile non ce lo consente.

I

3 commenti:

Anonimo ha detto...

....aggiungo:sono pronto a scommettere che il 99% dei leghisti firmatari della difesa del Crocifisso,sono comunque favorevoli alla pena di morte. marco

Davide B. ha detto...

rispetto chi ha una fede, sono per la pena di morte, e non mi sento affatto leghista.....

Anonimo ha detto...

Infatti.Nella stessa settimana della PRIVATIZZAZIONE dell'acqua(unico caso al mondo perchè l'Europa ha solo chiesto che ci sia parità di trattamento fra pubblico e privato),invece di votare contro la Lega cosa fa,raccoglie le firme per il Crocefisso e intanto dice che ai lavoratori extracomunitari la cassa integrazione vale la metà.E' chiaro che la protesta è solo strumentale mi pare,o no?